Intervista su Start Up Magazine
Intervista a Francesco Demichelis, fondatore di Take My Things
Capita a tutti di scordarsi qualcosa in ufficio, in casa o in palestra. Spesso sono cose importanti e il loro recupero ci fa perdere molto tempo, magari facendoci saltare anche qualche riunione importante. Può succedere poi che dobbiamo inviare o ricevere un pacco, magari un regalo, ma la spedizione ha un costo maggiore del regalo stesso. Nel caso volessimo recapitarlo noi poi non si ha mai il tempo. Per tutti questi problemi quotidiani vi è un’app, Take My Things, il cui obiettivo è quello di dare una soluzione.
Essa infatti propone un nuovo modo di fare consegne. Il fattorino può essere chiunque abbia scaricato l’app e il prezzo del trasporto può essere deciso di comune accordo tra chi effettua la consegna e chi la riceve. Tutto ciò 24h su 24h 7 giorni su 7 e 365 giorni l’anno,
Ma questo e altro ancora ce lo spiega meglio Francesco Demichelis, fondatore di Take My Things, che StartUp Magazine ha avuto il piacere di intervistare.
Qual è stato l’episodio da cui è scaturita l’idea per la creazione di Take My things?
31-12-2014, il viaggio, la casa al mare a Sanremo, la serata di capodanno pronta, ma poi… le chiavi, scordate a Saluzzo!!! Tutto nasce da qui un episodio vero, reale, un’esperienza negativa che mi ha portato a percorrere 200 km per prendere quelle chiavi perché non avevo trovato il modo per farmele recapitare da qualcuno che sicuramente stava facendo quella tratta. A quanti sarà capitato? Magari non le chiavi, magari un libro, un documento…
Esistono molte società che si occupano di consegne. In che modo riuscite a rendere la vostra app più vantaggiosa rispetto a loro?
Ognuno di noi, ogni giorno si muove, piccoli o grandi tragitti, urbani o extra-urbani, per lavoro o per piacere. Milioni di persone ogni giorno si spostano. Allora perché non trovare un modo che permetta di utilizzare questi spostamenti per recapitare o recuperare oggetti, documenti?!?
Take My Things nasce e si muove nel contesto, quanto mai attuale, dell’Economia Collaborativa.
Il prezzo del trasporto non lo diciamo noi, ma l’inseritore dell’oggetto che ha l’esigenza di trasporto in funzione del valore intrinseco che può avere in quel momento l’oggetto stesso.
Mi spiego meglio, quanto può valere una vaschetta di gelato? 20 €? Portarlo a casa del cliente vorrebbe dire pagare il tempo andata e ritorno di un collaboratore, ma quanto costa al gelataio? Quanto dovrebbe far pagare al cliente?
Se qualcuno lo portasse per me gestendo la vaschetta come se fosse sua, quanto mi farebbe risparmiare?
Un altro esempio potrebbe essere un single a casa con la febbre. Quanto sarebbe disposto a pagare per farsi portare a casa quel medicinale che lo fa star meglio?
A mio avviso non è un discorso solo di economicità, ma di contesto, cioè di quanto possiamo esser efficaci al momento del bisogno.
Sul vostro sito si legge che il prezzo della consegna è deciso tramite accordo tra fattorino e ricevente. Vi è comunque un’attività di controllo da parte di take my things sia su prezzi che su cose consegnate? E, soprattutto, in che modo garantite l’affidabilità del fattorino?
Non abbiamo attività di controllo vere e proprie, nel senso che è la rete che si autoregola.
Se per fare un trasporto inserisci un valore troppo basso probabilmente non sarà trasportato da nessuno.
L’affidabilità del fattorino viene garantita dalla rete stessa e cioè in pieno stile web vi è una valutazione a stelline sia del trasportatore, sia dell’inseritore. Più il tuo rating è alto, più trasporti hai fatto, idem per chi inserisce. Ricordiamo che è uno dei pochi strumenti di trasporto che ti permette di parlare col tuo trasportatore direttamente tramite il suo cellulare personale, sms, mail etc etc
La registrazione su Take My Things è gratuita e le consegne vengono pagate direttamente al fattorino. Da dove vengono i guadagni della vostra azienda?
In questo momento il costo di gestione di una percentuale sulla transazione sarebbe più alto di quanto potremmo guadagnare. Inserire pubblicità al momento non è tra le scelte strategiche previste.
In sostanza dobbiamo prima arrivare ad una massa critica di utilizzatori per poi decidere il Business Model più vicino a noi. Lo sforzo per creare la piattaforma è stato importante e lo hanno sostenuto direttamente i soci, ora mantenere questo servizio ha un costo inferiore.
Quali problematiche dovete ancora affrontare? E, per concludere, avete progetti o migliorie per lo sviluppo di questa app del tutto innovativa?
Di problematiche come in tutte le aziende ne escono tutti i giorni, ma siamo sempre pronti a nuove sfide, la difficoltà principale è abituare le persone ad un’abitudine, cioè far entrare nell’uso comune l’utilizzo del nostro servizio.
I prossimi sviluppi saranno relativi al sistema di Login (vogliamo utilizzare le autenticazioni dai social).
Per finire stiamo scoprendo che il canale business (Attività che necessitano del nostro servizio quotidianamente per migliorare il loro lavoro) si sta molto interessando a noi, quindi per agevolare l’utilizzo stiamo valutando l’apertura della piattaforma anche da un portale web.
Pagina ufficiale intervista: Start Up Magazine