Guido, fondatore di Take my Things: “Se credi nella tua idea, devi provarci fino in fondo!”
Ricuperare un oggetto dimenticato a casa non è mai stato così veloce ! Un’idea semplice ma innovativa che sta rivoluzionando il trasporto d’oggetti : Take My Things è l’App creata da Guido e Francesco. Hanno creduto nella loro idea, fino a renderla operativa in meno di un anno. Guido ci condivide la sua esperienza di startupper.
Buongiorno Guido. Può parlarci del suo percorso?
Sono nato nel 1979 a Saluzzo (Cuneo). Ho frequentato la scuola agraria. Dopo gli studi mi sono dedicato al ciclismo su strada raggiungendo un livello semi-professionistico, fino ai 24 anni. Ho corso per squadre nazionali e girato gran parte dell’Italia e all’estero. Dal 2003 al 2005 ho lavorato come venditore e meccanico presso un punto vendita di biciclette. Questo è stato il primo vero contatto con il mondo del lavoro. Ho imparato a vendere e ad approcciarmi al cliente. Nel 2005, dopo essermi licenziato, ho avviato una mia attività in proprio di editoria, attività che svolgo tutt’oggi. Si tratta di una Free Press mensile stampata in 25.000 copie su cui vengono segnalati eventi e manifestazioni e distribuito nelle attività commerciali. I ricavi derivano dagli spazi pubblicitari venduti sulla rivista alle attività commerciali in genere.
Il mio socio Francesco è ingegnere, si occupa, oltre all’attività di libero professionista, anche di progettazione, realizzazione e gestione di centrali a biomasse. La sua intuizione e l’amicizia che ci lega dall’infanzia, hanno dato vita alla Take My Things Srl.
Cos’è Take My Things ? E come funziona?
Take My Things è un’applicazione (o comunemente App) che mette in contatto chi si sposta con chi ha esigenza di farsi trasportare un oggetto. Una sorta di “BlaBlaCar”per gli oggetti. Sfruttando il fatto che ogni giorno milioni di persone si spostato (per motivi disparati e con qualsiasi mezzo di trasporto), potenzialmente possiamo, tramite gli smartphone, mettere in contatto chi sta percorrendo una tratta con chi ha bisogno di farsi trasportare un oggetto che si trovi proprio su quel percorso. Si ottimizzano gli spostamenti (riducendo sensibilmente anche l’inquinamento) e potenzialmente si possono effettuare trasporti a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno della settimana (la gente si sposta continuamente). Chi inserisce l’oggetto offrirà una cifra in denaro di rimborso che verrà data al trasportatore che ottimizzerà così il suo viaggio.
Com’è nata quest’idea?
Il 31 dicembre, dopo una settimana di lavoro intenso e stressante il mio socio Francesco si reca nella casa al mare. Nella fretta si dimentica le chiavi a casa, a 200 km di distanza. Un volta arrivato e resosi conto della situazione, d’istinto estrae il cellulare con l’intenzione di chiamare qualcuno che in quel momento stesse per mettersi in viaggio sulla stessa tratta, disposto a pagare una cifra consistente pur di farsi recapitare l’oggetto nell’arco di qualche ora. Qui è nata l’idea, ne ha parlato con me, ci è piaciuta e l’abbiamo messa in pratica. Otto mesi dopo l’App era operativa.
Qual è il suo target?
Potenzialmente, per quanto riguarda i trasportatori, chiunque si metta in viaggio, con qualsiasi mezzo di trasporto, è un potenziale utente. Invece coloro che inseriranno gli oggetti potranno essere semplici smemorati come il mio socio (e ce ne sono molti) oppure tutti coloro che non vogliono perdere del tempo solo per spostare delle cose da un punto all’altro. Penso a chi ha due negozi, a chi deve ritirare la roba in tintoria ma non ha tempo, oppure anche chi vuole farsi portare a casa una pizza o la spesa.
Come si distingue dalla concorrenza?
Al momento siamo tra i primi, le poche App che svolgono la nostra funzione sono in qualche modo a pagamento, la nostra è completamente gratuita, sia da scaricare che da utilizzare.
Globalmente, il progetto piace? E perché?
Sì, perché è una novità, l’idea è semplice e facile da capire da chiunque. Inoltre l’aspetto innovativoapre scenari fino a oggi sottovalutati. Poi piace perché può essere usato in tutto il mondo! E non è roba da poco!
Sì in effetti! E qual è il suo business modello?
Innanzitutto l’App deve essere facile da usare e garantire sicurezza a coloro che inseriscono gli oggetti da trasportare. Per questo stiamo lavorando sull’aspetto dei feedbak e dell’inserimento di documenti che accertino l’identità e la reperibilità del trasportatore. Tramite una procedura guidata verranno scattate fotografie nella fase di prelievo, trasporto e consegna in modo da monitorare il viaggio dell’oggetto ed essere sicuri dell’avvenuta consegna.
Come vi siete finanziati?
Inizialmente con finanze personali. Man mano che il tempo passava abbiamo proposto il progetto a imprenditori della zona e tramite una cessione di quote abbiamo aumentato il capitale sociale da 300 a 10.000 euro e raccolto denaro a fondo perduto per circa 50.000 euro.
Di quante persone è composto il vostro team? Siete sul punto di crescere?
Attualmente siamo noi 2 fondatori con un ruolo operativo ma la società conta 5 persone fisiche e una società.
Quali sono i suoi obiettivi per il futuro? Le prossime tappe per sviluppare la startup?
Farci conoscere tramite il passaparola, i blog dedicati (grazie Wizbii!), campagne pubblicitarie sui social, articoli sui giornali ed eventi dedicati.
“C’è una meritocrazia nell’essere imprenditori che premia chi da anima e cuore al proprio lavoro.”
Seconde lei, quali sono i vantaggi a essere imprenditore? Gli inconvenienti?
Il vantaggio principale a mio avviso è che, specie negli ultimi tempi, nell’imprenditoria esiste una sorta di meritocrazia sovrana che premia solo ed esclusivamente chi ha una marcia in più e dedica anima a cuore al proprio lavoro, svolgendolo al meglio. Non sempre la gratifica arriva con il compenso economico ma talvolta semplicemente con la soddisfazione di aver creato un prodotto o un servizio cheha influenzato qualcosa o qualcuno e che ha lasciato il segno. Gli inconvenienti sono che l’imprenditore spesso “sposa” la propria azienda e ci passa interi weekend, serate e a volte nottate. Le spese sono tante, il rischio d’impresa è sempre presente e non esiste un vero welfare che ti possa tutelare appieno.
Sta sviluppando altre idee nello stesso tempo?
Abbiamo molte idee su come sviluppare l’app, quali servizi integrare e non è esclusa la possibilità di unirsi ad altre realtà che già vivono nel nostro mondo. Un’App che permetta 10 il pagamento elettronico potrebbe essere integrata nella nostra, oppure un sistema informatico che dia la possibilità di tracciare tramite gps il pacco per tutto il tragitto e altro ancora…
Infine, quali sono i suoi consigli per giovani imprenditori che vorrebbero lanciarsi?
La cosa più importante è analizzare l’idea da più prospettive. Spesso certe persone credono che il luogo in cui vivono sia il centro del mondo e basandosi sulle dinamiche che si creano in quel determinato luogo, partoriscono idee “geniali” che però applicate al di fuori di quel contesto perdono di rilevanza. Ormai viviamo in un mondo globalizzato e connesso ed è questo che bisogna sfruttare. Se poi uno crede in qualcosa è giusto che ci provi fino in fondo. La cosa più brutta sarebbe avere dei rimpianti un domani. Il bello in questo mondo è che non esiste la formula magica, ma se credi ciecamente nell’idea, cerchi di svilupparla al meglio e non ti fermi davanti ai primi ostacoli, a mio avviso, hai già vinto!